La Minardi M191

La Minardi si presenta alla stagione 1991 carica di aspettative.

Il modello M191 era stato disegnato da Aldo Costa e Rene Hilhorst per le parti aerodinamiche. Il telaio era costruito in monoscocca di carbonio con un passo di 2990 mm per un peso di 505 chilogrammi. Il cambio era sequenziale a sei marce, prodotto dalla stessa casa. Ma la vera sorpresa era un’altra.

A febbraio ’90 Giancarlo Minardi era riuscito a strappare un accordo alla Ferrari per la fornitura dei motori, data la sua intenzione di abbandonare i vecchi motori Cosworth V8 che la scuderia faentina utilizzava sin dalla stagione ’88.

Fu così che l’accordo con la scuderia di Maranello, nonostante il parere contrastante del team manager Manca-Graziadei, trasformò di fatto la Minardi in uno junior team. I motori V12 Ferrari da 3493cmc della stagione 1990, che aveva visto la Rossa arrivare seconda nel mondiale piloti con Alain Prost, furono forniti alla cifra di 11 miliardi di lire.

Di fatto però l’accordo si rivelò un vero e proprio boomerang per la scuderia: la Ferrari privò la Minardi del main sponsor Pioneer, ritenuta fondamentale dal patron Giancarlo per lo sviluppo del telaio, e del pilota Gianni Morbidelli nell’ultima gara del campionato, sostituito da Roberto Moreno.

L’approdo dei motori Ferrari fu un fallimento anche dal punto di vista tecnico. Pierluigi Martini non mancò di sottolineare come il V12 della scuderia di Maranello fosse stato progettato per un cambio semi-automatico, differente dal sequenziale montato dalla Minardi, cosa che causò alla vettura non pochi problemi alla frizione.

L’accordo finì per portare alla Minardi un debito di 8 miliardi di lire.

La collaborazione non fu però del tutto catastrofico, almeno dal punto di vista dei risultati sulle singole gare. Nel Gran Premio di San Marino, sulla pista di casa di Imola, e in quello del Portogallo, sulla pista dell’Estoril, Pierluigi Martini riuscì a strappare due splendidi quarti posti, miglior risultato di sempre nella storia della scuderia, che valsero il settimo posto finale in classifica costruttori.

Nel resto del campionato la Minardi non riuscì mai ad ottenere punti, con il settimo posto come miglior risultato al fronte di sette ritiri con Martini e ben nove con Morbidelli.

Per i primi quattro gran premi della stagione ’92 le casse della Minardi risentirono del debito contratto con la Ferrari, costringendo il team a mettere in pista una versione modificata della M191 (chiamata M191B), spinta dal motore V12 Lamborghini, prima del debutto della nuova M192.

I piloti per la stagione ’91 furono Pierluigi Martini, originario di Lugo di Romagna, cittadina a 19km da Faenza, con il numero 23, e Gianni Morbidelli con il numero 24, sostituito da Roberto Moreno ad Adelaide.

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Uno spaccato della M191

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